Magoga
Dal gesto al segno
Studio Magoga ha proposto un evento, un percorso costituito da tre incontri con l’obiettivo di far vivere al proprio team un’esperienza diversa dal comune, un modo per spegnere gli schermi e avvicinarsi al gesto, al segno e all’espressività tramite degli strumenti legati alle arti visive.
A mano libera, arricciato, avanti indietro, saltellato, puntinato, tremato…Il segno, è il vero protagonista e filo conduttore di tutti e tre gli incontri, da scoprire attraverso l’uso di diversi materiali traccianti come matite, gessi, pennarelli.
Nel nostro mestiere il segno è sotto i nostri occhi quotidianamente, eppure è parso come di vederlo per la prima volta, perché per la prima volta prestavamo attenzione ad aspetti essenziali e semplici, come ad esempio la pressione che possiamo esercitare sul foglio.
Ma se al gesto leghiamo uno strumento come un gesso, una matita, e un supporto, come un foglio, ecco che quel gesto prende vita in quel segno.
E per ognuno di noi c’è un segno che gli corrisponde e lo rappresenta, unico e personale.
Concentrarsi sul solo e semplice segno ci ha aiutato ad esprimerci di più perché eravamo meno preoccupati dall’idea di dover rappresentare un soggetto chiaro.
“Liberare la mano”, una delle prime attività svolte, può essere difficile quando si è vincolati da idee o aspettative ma, lasciandosi guidare dalle indicazioni di Roberto e seguendo la propria mano, il proprio gesto, in un attimo il foglio bianco si riempie di segni vivi, espressivi e giocosi.
Non sapevamo ancora che di lì a poco grazie ad un sistema di pieghe, quel grande foglio sarebbe diventato un libro e i segni che prima convivevano in un’unica superficie si sarebbero susseguiti pagina dopo pagina rivelando inaspettati accostamenti visivi dettati sostanzialmente dal caso.
In queste tre giornate non abbiamo solo disegnato: Pittarello ha arricchito gli incontri di storie, di aneddoti e aforismi che ci hanno accompagnato in ogni fase di questo percorso.
E infine un aspetto importante da ricordare: il corso di Pittarello, non a caso sviluppato in anni e anni di laboratori coi bambini, ci ha permesso di scoprire che è ancora possibile, e a volte quasi necessario, rivedere le cose con la stessa meraviglia di quando si è piccoli.