Maria La Duca
Qui e adesso – cosa ci insegnano Fatboy Slim e Wall-E
Il sentimento che quel giorno l’allora sedicenne svedese suscitò in molti di noi riuscì a muovere anche il mondo della musica e pochi giorni dopo un signore di nome Norman Cook, meglio noto come Fatboy Slim, lo remixò sulle basi di quel pezzone di fine anni 90 che tutti, almeno una volta, abbiamo ascoltato. Ascoltato e guardato perchè “Right here, right now”, pubblicato il 19 aprile del ’99 e quarto singolo di “You’ve Come a Long, Baby”, mostra in quei tre minuti e mezzo di video 360 miliardi di anni del nostro pianeta. A onor del vero quella data non è proprio esatta – l’universo nacque solo 13,7 miliardi di anni di fa – ma poco ci importa perché nessuno può negare, nemmeno il più incallito creazionista, che l’Uomo rappresenta solo lo 0,01% della vita della Terra (ma ha già distrutto l’83% delle specie).
Il video punta il dito dritto dritto contro il consumismo bulimico e lo slogan sulla maglietta del tizio, che sta anche sulla copertina dell’album, “N.1, so why try harder?” ci urla in faccia una spietata e crudele verità: l’uomo è al top della scala evolutiva, quindi perché sforzarsi più duramente?
Oppure perché potremmo finire confinati nello spazio, obesi e inerti, su un’astronave tale e quale a quella di Wall-E, il film Disney + Pixar del 2008, mentre qualcuno ci rassetta il pianeta.
Le forme rotonde del ciccione di Fatboy Slim e degli uomini senza ossa del lungometraggio animato condividono la stessa denuncia e chissà che i disegnatori più famosi del mondo non avessero in cuffia proprio il DJ di Brighton mentre abbozzavano quel molle futuro.
Più probabile invece che a lui sia capitato di inciampare in “Give me liberty”, capolavoro a fumetti di Frank Miller e Dave Gibbons del 1990, saga del filone Dark Age con una brutale critica sociale nel cuore, dove compare la Fat Boy: una spietata catena multinazionale di fast-food che complotta per trasformare la foresta amazzonica in un immenso allevamento dei suoi bovini. E che schiavizza masse di ciccioni americani dipendenti dai suoi prodotti.